Multiculturalismo:
LA CULTURA DELLE DIFFERENZE
di Adel Jabbar*
La historia de la humanidad se caracteriza por el movimiento contínuo y la creación de redes y armonías entre personas de diferentes contextos geográficos.
Ha habido períodos históricos particularmente fértiles para estos intercambios: la islámica Edad Media, los árabes que interpretaron el papel de mediadores culturales (precedida de otras poblaciones semitas) convirtiendo el sur del Mediterráneo en una "plataforma giratoria" de enlace entre diferentes zonas geográficas. Entonces, el Renacimiento Europeo con su progresiva inclusión de las personas de otros continentes inauguró el "sistema-mundial" con el que nos enfrentamos hoy.
Las culturas son, en realidad, fluidas y los individuos interpretan la renovación de sus tradiciones y su capacidad de gestionar, los cambios que con las relaciones con otras personas se dan inevitablemente.
Hoy vivimos una fase de la globalización: por un lado el modelo occidental imperante, tanto económica como culturalmente; del otro la reivindicación de otras identidades.
¿Qué es entonces el "multiculturalismo"?
Algunos aspectos nos pueden ayudar a utilizar críticamente este término.
En primer lugar es bueno señalar que toda cultura es "multicultural", ya que puede verse en los sedimentos de diferentes lugares y pueblos.
Por ejemplo, el cristianismo es un elemento importante en la creación del italiano y europeo, pero hay que recordar que esta enseñanza religiosa tiene "raíces" en el Cercano Oriente, una zona habitada por una población predominantemente semita.
En segundo lugar, el término "multiculturalismo" puede indicar la convivencia entre los diferentes grupos lingüísticos, culturales, religiosas que viven en el mismo espacio territorial. Pensemos en la región alpina de Italia: del este al oeste podemos encontrar diferentes grupos, como los eslovenos, friulianos, cimbros, ladinos, el Tirol, provenzal, occitano…
Esta pluralidad se hace más evidente en las zonas fronterizas, y también existe en otros lugares. Recordemos por ejemplo la minoría arberesch en Calabria, Sicilia y Basilicata. Por lo que respecta a la dimensión religiosa, creemos que la presencia judía o cristiana ortodoxa en Venecia y Trieste, o los protestantes luteranos en las zonas del sur de Tirol, los valdenses en el Piamonte o la presencia generalizada de los Testigos de Jehová.
Es necesario restablecer una "memoria plural" para saber leer la complejidad de los contextos que a menudo se reducen a identidades monolíticas y homogéneas.
Si bien la frontera del Estado es rígida, la cultura es fluida: grupos separados por fronteras estatales pueden tener similares hábitos culturales, mientras que otros que viven en el mismo estado puede tener entre ellos más diferencias que similitudes. La memoria no puede ser obligada a la ideología de los estados-nación, pero hoy más que nunca tenemos que ser capaces de reconocer la diversidad y el dinamismo de los elementos que contribuyen a la formación de la identidad.
En tercer lugar, toda sociedad es multicultural, porque también coexisten diferentes sistemas de valores. En Italia, por ejemplo, algunas personas se adhieren a ciertas visiones de la familia (pensemos en el modelo de contrato o la sacramental y las controversias en las familias de hecho o en las uniones homosexuales) y también se opuso a las posiciones sobre las cuestiones de la paz y la guerra y incluso puede detectar la presencia de organizaciones políticas que hacen referencia a modelos y experiencias no democráticos. Es interesante observar que más allá de la retórica dominante en lo laico, la religión sigue estando presente en la esfera pública: el calendario escolar está marcado por las festividades religiosas y la inauguración del año escolar y académico que ocurre a menudo con una misa durante las fiestas de la patronos de las ciudades no sólo tiendas, sino también las instituciones públicas permanecen cerradas, por no hablar de la religión en algunas leyes (como las diatribas sobre el divorcio, el aborto o la procreación asistida) o solicitar la introducción de referencias cristianas en la Constitución Europea. Por otra parte, reflexionamos acerca de la figura del profesor de religión en la escuela: un funcionario que actúa bajo una supervisión normativa de carácter religioso sobre la orientación sexual y el estado civil de los estudiantes…
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La storia dell'umanità è caratterizzata dal movimento e dalla creazione continua di reti e intrecci tra persone provenienti da contesti geografici diversi.
Ci sono stati periodi storici particolarmente fertili per questi scambi: il medioevo islamico, con gli arabi che interpretavano il ruolo di mediatori culturali (preceduti da altre popolazioni semitiche) facendo del sud del Mediterraneo una "piattaforma girevole" di collegamento tra diverse aree geografiche; poi, il rinascimento europeo con le sue progressive inclusioni di popolazioni di altri continenti che ha inaugurato il "sistema-mondo" con il quale ci confrontiamo ancora oggi.
Le culture, infatti, sono fluide e gli individui interpretano attivamente le loro tradizioni rinnovandole per poter gestire i cambiamenti che le relazioni con gli altri inevitabilmente comportano.
Oggi viviamo una fase di mondializzazione: da una parte prevale il modello occidentale , sia sul piano economico che culturale; dall'altra crescono le rivendicazioni identitarie.
Che cosa si intende allora per "multiculturalismo"?
Alcune considerazioni possono aiutarci ad utilizzare criticamente questo termine.
In primo luogo è bene sottolineare che ogni cultura è "multiculturale" perchè in essa sono riscontrabili sedimenti provenienti da luoghi e da popoli diversi. Ad esempio, il cristianesimo è un elemento significativo nella costruzione dell'identità italiana ed europea, però va ricordato che questo insegnamento religioso ha "radici" nel Vicino Oriente, un'area abitata da una popolazione prevalentemente semitica.
In secondo luogo, con il termine "multiculturalismo" possiamo indicare la coabitazione tra diversi gruppi linguistici, culturali, religiosi che vivono nel medesimo spazio territoriale. Pensiamo alla zona alpina dell'Italia: dall'est all'ovest troviamo diversi gruppi come, ad esempio, quello sloveno, il friuliano, il cimbro, il ladino, il tirolese, il provenzale, l'occitano… Questa pluralità è più evidente nelle zone di confine, ma esiste anche altrove. Ricordiamo ad esempio la minoranza arberesch in Calabria, Sicilia e Basilicata. Per quanto riguarda la dimensione religiosa, pensiamo alla presenza ebraica o cristiana ortodossa a Venezia e a Trieste, oppure ai protestanti luterani nelle zone dell'Alto Adige, o ancora ai valdesi in Piemonte o alla presenza diffusa dei testimoni di Geova.
E' necessario ripristinare una "memoria plurale" per saper leggere la complessità di contesti che spesso vengono ideologicamente ridotti ad entità monolitiche e omogenee.
Infatti, se il confine statuale è rigido, quello culturale è fluido: gruppi separati da confini statuali possono avere consuetudini culturali simili , mentre altri che vivono nello stesso stato possono avere tra di loro più differenze che similitudini. La memoria non può vincolarsi all'ideologia degli stati-nazione ma oggi più che mai bisogna allenarsi a riconoscere la pluralità e la dinamicità degli elementi che contribuiscono alla formazione delle identità.
In terzo luogo, ogni società è multiculturale anche perché coesistono diversi sistemi valoriali. In Italia, ad esempio, c'è chi aderisce o meno a determinate visioni della famiglia (basta pensare al modello contrattuale o a quello sacramentale e alle controversie sulle famiglie di fatto o sulle unioni omosessuali) e troviamo posizioni contrapposte anche sui temi della pace e della guerra e perfino si può riscontrare la presenza di organizzazioni politiche che fanno riferimento a modelli ed esperienze non-democratiche. E' interessante notare che, al di là della retorica dominante sulla laicità, la religione continua ad essere presente nella sfera pubblica: il calendario scolastico è scandito da festività religiose e l'inaugurazione dell'anno scolastico e accademico avviene spesso con una messa; durante le feste dei patroni delle città non solo i negozi ma anche gli enti pubblici restano chiusi; per non parlare poi dell'influenza della religione su alcune leggi (ad esempio le diatribe sul divorzio, sull'aborto o sulla procreazione assistita) o della richiesta di introdurre riferimenti cristiani nella costituzione europea. Inoltre, pensiamo alla figura dell'insegnante di religione nella scuola: un dipendente pubblico che agisce sotto un controllo normativo di tipo religioso riguardo all'orientamento sessuale e allo stato civile.